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di ADRIANA POZZI 12 ott 2017 12:54

Ecumenismo: un piccolo grande evento

Un piccolo grande evento ecumenico si è svolto per ben due volte nella nostra Cattedrale nel giro di poche settimane, perché sia in occasione del saluto al Vescovo Luciano sia in occasione dell’ingresso di mons. Pierantonio, hanno partecipato alla liturgia tutti i ministri delle chiese cristiane presenti nella nostra Diocesi

Un piccolo grande evento ecumenico si è svolto per ben due volte nella nostra Cattedrale nel giro di poche settimane, perché sia in occasione del saluto al Vescovo Luciano sia in occasione dell’ingresso di mons. Pierantonio, hanno partecipato alla liturgia tutti i ministri delle chiese cristiane presenti nella nostra Diocesi. In prima fila, nel transetto di destra, ciascuno con il proprio abito liturgico, hanno pregato e cantato con tutti i fedeli, hanno ascoltato con viva attenzione e partecipazione cordiale le parole dei due vescovi, hanno condiviso con la chiesa bresciana il grazie e il benvenuto che si stavano esprimendo. Una questione di buona educazione, potrebbe pensare qualcuno, un dovere o addirittura un obbligo cui non ci si poteva sottrarre, nella linea della correttezza ufficiale. Nulla di più sbagliato in questo pensiero, se qualcuno lo ha fatto, perché l’invito della Chiesa bresciana e il suo accoglimento positivo da parte delle altre confessioni cristiane sono il frutto di un lungo e costante cammino che si compie ormai da anni e non hanno nulla di formale; anzi, rispondono a un sentimento sempre più radicato di reciproca stima, di sincera simpatia, di fraterna collaborazione, di profonda sintonia ispirato a quell’ecumenismo dello Spirito e del camminare insieme che, pur senza togliere niente all’ecumenismo teologico da raggiungere e perseguire con il dialogo e il confronto dottrinale, rappresenta la vera sfida per l’unità. Unità che resta un cantiere con lavori in corso anche di un certo peso e non facili da eseguire, ma che, quando i pastori si incontrano, pregano, costruiscono azioni comuni, non possono che procedere.

È quello che ha fatto in tanti anni mons. Monari con la sua attenta e delicata sensibilità ed è quello che farà – le premesse ci sono già tutte perché non gli mancano spontaneità e coraggio – mons. Tremolada: entrambi hanno gioito della presenza di questi fratelli e hanno manifestato la loro gratitudine, dimostrando che il dialogo va coltivato nella concretezza di un’esperienza di chiesa, con la strategia umile del passo dopo passo che può modificare le mentalità e favorire la conversione di tutti. Ed è stato davvero bello vedere come tutti si sentissero parte della stessa grande famiglia dei figli di Dio, chiamati a condividere, proprio come succede in famiglia, momenti in cui un pizzico di tristezza e di rimpianto per chi ci lasciava si è mescolato alla gioia di un incontro nuovo, pieno di attese e di speranze.

ADRIANA POZZI 12 ott 2017 12:54