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di GABRIELE BAZZOLI 12 mar 2015 00:00

Convincersi di avere ragione

Stiamo costruendo un insieme di piccoli villaggi di persone che si convincono radicalmente delle proprie idee?

Forse avrete notato quanto sia intelligente il motore di ricerca del vostro computer. Nella stragrande maggioranza dei casi riesce a mettere tra i primissimi risultati proprio ciò di cui avevate bisogno. Gran comodità questa: Google (e gli altri suoi colleghi) raccoglie ed elabora tra i siti disponibili quelli più coerenti con il testo da noi digitato, i più cliccati, quelli che noi stessi abbiamo già visitato, quelli più affini con i nostri gusti. L’altro giorno stavo cercando sulla mia libreria online preferita qualcosa da leggere, senza aver già preso una direzione nella ricerca: mi apparivano suggerimenti di testi dei miei autori preferiti, sugli argomenti di mio interesse… Straordinario: avrei acquistato 12 libri! La stessa cosa accade al supermercato, dove la mia tessera, conoscendo i miei gusti, mi suggerisce prodotti che possono interessarmi; sui social network, che indicizzano in evidenza gli argomenti e le persone che leggo più spesso.

A tutta questa comodità, sotto sotto, si contrappone un però. Non sarà che la raccolta dei miei gusti fatta da altri, mi porti a convincermi sempre di più delle mie idee, a confrontarmi con chi la pensa come me, a dare importanza ai temi che già mi sembrano importanti? L’utopia di McLuhan e del suo villaggio globale dove la facilità di connessione avrebbe dovuta aiutare e facilitare il travaso e il confronto di competenze e opinioni (e il rischio di egemonie culturali), non si sta invece trasformando in un insieme di piccoli villaggi di persone che si convincono radicalmente (ascoltando, leggendo e recependo opinioni conformi a sé stesse) delle proprie idee, trasformando vere e proprie bizzarrie in stili di vita e bandiere per cui combattere?

A forza di circondarci virtualmente o concretamente di persone che la pensano come noi non è che ci troveremo un giorno nel villaggio dei vegani, accanto al quale sorgerà la cittadina protetta contro le nefaste influenze delle scie chimiche degli aerei, il paese di quelli che usano solo la medicina cinese per curarsi e la città di quelli contro i vaccini. E, per non essere da meno, non è che nei nostri gruppi ecclesiali stiamo vivendo la stessa tentazione? Tra coloro che credono che persino i dettagli della morale facciano parte della tradizione immutabile della Chiesa e quelli che hanno già celebrato il Concilio vaticano III a insaputa del resto della cristianità, come si potrà dialogare?
GABRIELE BAZZOLI 12 mar 2015 00:00