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26 mar 2015 00:00

Condannato senza prove

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In merito alla condanna di Battista Maggioni a 13 anni di reclusione, mi limito ad alcune sobrie considerazioni. Il reato, così come emerge chiaramente dagli atti processuali, è impossibile a compiersi. I fatti non sono accaduti, le prove non esistono; sono prove costruite; onore ancora una volta agli inventori: genitori, inquirenti, avvocati, magistrati, esperti e testimoni fasulli. I bambini, oggi ormai giovanissimi, fortunatamente non c’entrano per niente. Attendiamo la loro maggiore età per interpellarli personalmente e liberarli dalla sindrome distruttiva iniettata nella loro vita. Si tratta, come è facile pensare, del punto di avvio del contagio esploso nel 2001-2004 nella nostra città, contagio oggi rimosso in modo ancora più clamoroso, dalla magistratura, dai politici, dagli amministratori, dall’opinione pubblica.

Siamo davanti ad un evidente errore giudiziario. Ma, contrariamente forse alle attese, non ci sarà una passiva acquiescenza o rassegnazione. Contro l’ingiustizia si ribatte colpo su colpo, disposti a tutto, con gli strumenti della verità e della ragione. I fanatici mandano in prigione gli innocenti e li uccidono. Noi rifiutiamo anche solo l’idea che gli innocenti vadano in prigione. In questi giorni verrà diffuso su Internet e in cartaceo il "romanzo breve nono grado"; il volume racconta per filo e per segno il caso Brescia, ciò che davvero è successo e ciò che non doveva succedere. La verità è il principio primo della convivenza sociale. La vicenda di Socrate, di Gesù, della Colonna Infame, di piazza Loggia, di tutte le ingiustizie perpetrate nella storia del mondo, ritornano inquietanti nel caso del "bidello dell’Abba".

Battista Maggioni è degno di onorificenza e non di prigione. Chiediamo alla coscienza dell’intera città di sollevarsi. L’eroico garibaldino, Giuseppe Cesare Abba, partecipe e osservatore intelligente dell’Impresa dei Mille, mai avrebbe pensato di essere associato a una vicenda così vile e così squallida. In specie, una situazione famigliare ambigua e riprovevole, è stata gettata come fango sul bidello e su una intera città, per l’incapacità di alcuni giudici, inutilmente contrastati da altri giudici. Restiamo in attesa ma non siano remissivi, si aprono le porte del carcere e la nostra battaglia continua.
26 mar 2015 00:00