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Brescia
di R. GUATTA CALDINI 18 mag 2015 00:00

Pensioni. Torri: "500 euro insufficienti"

Il segretario generale della Cisl di Brescia Enzo Torri chiede "una discussione seria su come si calcolano le pensioni" e sulle modalità di accesso alla pensione

"Nessun pensionato perderà un centesimo. Noi scriveremo una nuova norma rispetto al blocco dell'indicizzazione che restituirà in tasca a quattro milioni di italiani il 1 agosto 500 euro a testa". Così il premier Renzi ha anticipato la decisione del governo sul nodo pensioni. Il primo ministro ha precisato anche che "saranno tagliate le pensione oltre 3 mila euro" al mese. Ne abbiamo parlato con il segretario generale della Cisl di Brescia Enzo Torri.

Segretario, nel Bresciano quante sono le persone interessate a questo provvedimento?

Tra pensioni ex Indap, pubblico impiego, e pensioni Inps, sono fra le 60mila e 70mila le persone interessate: pensioni superiori a 1400 euro mensili.

Ha fatto discutere nella politica la recente dichiarazione sui 500 euro a testa già ad agosto a 4 milioni di pensionati…Qual è la sua valutazione?

Vedremo cosa deciderà oggi il Consiglio dei ministri, credo però che se si tratta di 500 euro una tantum credo non siano sufficienti, nemmeno a coprire le pensioni più basse. Noi parliamo di 1400/1500 almeno di recupero per quello che non è stata la rivalutazioni in questi anni. C’è poi tutto il tema di come aggiornare le pensioni in base proprio alla sentenza della consulta. Francamente 500 euro mi sembrano insufficienti per quanto riguarda le pensioni più basse. Poi, dove porre il limite sulle pensioni più alte il dibattito è aperto. Sembra che il Governo non sia intenzionato a non rivalutare le pensioni sopra i 3mila euro… vedremo se il decreto andrà in quella direzione.

Sembrano esserci delle discrepanze fra ciò che viene riferito e ciò che viene attuato dal governo in merito ai pensionati.

Il presidente del consiglio pur di affermare la sua posizione asserisce che sarebbe stato meglio dare questi soldi alle pensioni pari a 700 euro e non alle pensioni superiori. Forse si è dimenticato che quando ha deciso di dare gli 80 euro ai redditi fino ai 24mila euro ha escluso tutti i pensionati e soprattutto i redditi inferiori ai 7500 euro. Delle due l’una: quando deve decidere non decide e quando non può decidere dice che vorrebbe decidere. Forse fare un po’ di chiarezza su chi vogliamo tutelare, su chi dobbiamo difendere, credo che sia un problema anche di questo governo.

Voi avevate già sollevato il tema dell’incostituzionalità della norma. Come ha fatto un governo di tecnici a non accorgersene?

Sì. Noi abbiamo sollevato la questione da subito, questo prelevare indistintamente o comunque non aggiornare tutti i livelli di pensione. Ricordiamo che sono decisioni prese dal Governo Monti, poi Letta, in parte, le ha corrette, riducendo il prelievo per la mancata rivalutazione sopra 5 volte delle pensioni minime; credo che se ci fosse stata una discussione più chiara nei confronti anche di chi i pensionati li rappresenta, questi errori sarebbero stati evitati. Non perché non si debba toccare anche chi percepisce pensioni alte, pensioni d’oro, ma quando si toccano pensioni di 1400 euro, che vuol dire 1200/1150 euro al mese nette, credo che bisogna stare attenti.

Qual è l’auspicio?

Da tempo chiediamo che sia su come si calcolano le pensioni sia su quando si va in pensione, si faccia una discussione seria. Oggi stiamo pagando lo scotto di non aver aperto un dialogo con le parti sociali che rappresentano queste realtà. Forse, se facciamo una discussione più ampia, soprattutto per quanto riguarda le pensioni alte per tamponare il deficit dell’Inps: attenzione, non per fare cassa, ma per stabilire una dinamica dove si preleva da tutti in maniera proporzionale alla propria ricchezza. E’ questo il tema che dovremo affrontare nei prossimi anni.
R. GUATTA CALDINI 18 mag 2015 00:00