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Salò
di LIA COCCA 09 mar 2017 09:00

Il “Museo della Follia. Da Goya a Bacon”

Il “Museo della Follia. Da Goya a Bacon”. La nuova mostra del MuSa è stata presentata venerdì 10 marzo in Sala dei Provveditori alla presenza del suo curatore, Vittorio Sgarbi, e del direttore del museo salodiano Giordano Bruno Guerri

Il “Museo della Follia. Da Goya a Bacon” è pronto per tagliare il nastro inaugurale. La nuova mostra del MuSa è stata presentata venerdì 10 marzo in Sala dei Provveditori alla presenza del suo curatore, Vittorio Sgarbi, e del direttore del museo salodiano Giordano Bruno Guerri. In mostra dall’ 11 marzo fino al prossimo 19 novembre, l'’esposizione è dedicata al mondo degli artisti che hanno sofferto di follia e di patologie mentali. Proprio da questi squilibri sono nate opere di grande rilievo di pittori come Francisco Goya, Francis Bacon, Van Gogh e Ligabue. La mostra, che ha registrato oltre 50 mila visitatori nella sua ultima tappa, il Castello di Ursino di Catania, si presenta come un'occasione unica per esplorare il rapporto tra genio e follia, che spesso si è tradotto in depressione, psicosi e disturbi della personalità che hanno donato un'aurea mitica a questi artisti.

Opera simbolo del Museo della Follia è la “Stanza della Griglia” in cui regna una serie di ritratti di pazienti di ex ospedali psichiatrici per un percorso lungo 50 metri. Quasi 90 le lastre illuminate dal'asetticità del neon, di fronte alle quali si trova la Scultura di Cesare Inzerillo che raffigura il pianista jazz Bill Evans in uno stato che sfiora la decomposizione. Un' altra delle stanze che compongono la mostra è la “Stanza dei ricordi” composta da immagini, documenti e oggetti che raccontano nella loro normalità l’alienazione. Una parte importante è riservata al tema della Legge Basaglia, che decretò nel 1978 la chiusura dei manicomi, Nella stanza che ospita l'installazione “Tutti Santi”, Cesare Inzerillo immagina un ospedale psichiatrico in cui i pazienti si rivoltano, mescolandosi con il personale e i dottori.

Una stanza buia in cui si incontrano le angosce e paure più recondite, e a uscire dall'oscurità sono delle mummie “perché ridotti all’osso della propria umanità, tutti santi perché uniti dall’improba lotta contro la sofferenza e la morte”. Stanze, muri, pareti dell’ospedale psichiatrico abbandonato di Teramo entrano nell’obiettivo di Fabrizio Sclocchini che rianima quegli spazi desolati con omaggi floreali di delicata poesia come a ricordare quelli che vi furono, confinati, rimossi, cancellati. “Nella storia dell'arte, anche prima dei casi clamorosi di Van Gogh e di Ligabue, molti sono gli artisti la cui mente è attraversata dal turbamento, che si esprimono in una lingua visionaria e allucinata. Ognuno di loro ha una storia, una dimensione che non si misura con la realtà, ma con il sogno. E quel sogno, con piena soddisfazione, oltre ogni tormento, rappresenta” racconta Vittorio Sgarbi. Il museo di via Brunati è aperto dalle 10 alle 19 da martedì a domenica (da marzo a maggio); dalle 10 alle 20 per il periodo giugno/settembre; dalle 10 alle 19 per i mesi di ottobre e novembre. Aperture straordinarie di lunedì previste per il 17 e il 24 aprile, il 1 maggio, il 5 giugno e il 14 agosto.

LIA COCCA 09 mar 2017 09:00