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Brescia
di ANDREA SENIGA 16 ott 2017 14:42

Il coraggio della libertà

All'interno del Festival delle missioni, la testimonianza di Blessing Okoedion che ha raccontato la sua storia di sfruttamento e di riscatto sociale in un libro

“Si può pensare di costruire un futuro di libertà per tutti e spezzare infine la catena più orribile, quella della schiavitù. Non è solo un'opportunità per me, ma per la mia generazione, per le donne della Nigeria, per i nostri figli, e anche per l'Italia e per il mondo, perché mai più nessuno pensi di non avere altra alternativa che di essere schiavo”. Così si è concluso l'incontro tenutosi a Palazzo Loggia sabato 14, e così cita un passo de “Il coraggio della libertà”, il libro scritto da Blessing Okoedion, ex vittima della tratta di esseri umani e protagonista della conferenza, moderata da Anna Pozzi, giornalista di Mondo e Missione e segretaria di Slaves No More.

Blessing incarna pienamente la sua Africa: la bellezza e l'eleganza delle linee del suo viso, la capigliatura che la fa risaltare tra la folla, il portamento che rispecchia la sua forza d'animo. Una forza d'animo straordinaria, che le ha permesso di riconquistare la propria dignità, quella che le era stata rubata proprio qui, in Italia.

Blessing nasce in Nigeria, si laurea in informatica e lavora a Benin City, finché una donna, “un lupo vestito da pecora” – come lei l'ha definita – le offre un'opportunità di lavoro in Italia. Blessing la accetta, sognando una nuova avventura e anche una vita migliore. Ma non si renderà conto di essere stata ingannata finché non sbarcherà sul suolo italiano, vittima inconsapevole della tratta dei nuovi schiavi, lei così come migliaia di altre ragazze sue connazionali. Qui il lavoro che le era stato offerto non esiste, esiste solamente un debito di 65 mila euro che deve iniziare a pagare, da subito, e quale altro modo di estinguerlo, se non lavorando sulla strada, vendendo il suo corpo. I trafficanti l'hanno derubata dei documenti, del curriculum, della laurea, della dignità e della libertà. É bastato un attimo e la sua vita e tutto ciò che ha costruito con grandi sacrifici nei suoi 26 anni sono stati distrutti, azzerati.

“Un oggetto da consumare, un oggetto da usare, un oggetto da vendere, un oggetto da buttare”, era questo lo stato d'animo di Blessing, è questo lo stato d'animo di tante ragazze e bambine che continuano a venire sfruttate sulle nostre strade, le stesse che vediamo spesso lungo le tangenziali che ci portano al luogo di lavoro. La strada era diventata la sua prigione. Ma Blessing era disperata, ancor più arrabbiata, “si sentiva già morta”: questo l'ha spinta a superare la paura che i trafficanti instillano nelle ragazze con le minacce e a trovare il coraggio per rivolgersi alle forze dell'ordine e sporgere denuncia. Viene così affidata alle Suore Orsoline di Casa Rut, a Caserta, dove ora ha ritrovato la sua identità, la sua dignità. Una storia di coraggio, “Il coraggio della libertà”, che la spinge ancora oggi, traduttrice e mediatrice culturale, ad aiutare altre persone che come lei sono finite vittime della tratta e dello sfruttamento della prostituzione, tra le 50mila e 70mila solamente in Italia, per la maggior parte immigrate.

La voce di Blessing è forte e orgogliosa, è la voce delle circa 30 milioni di donne, uomini e bambini che nel mondo, a causa della povertà, della mancanza di prevenzione e di difesa dei diritti umani, finiscono per essere vittime di ogni tipo di sfruttamento, che portano nelle casse delle organizzazioni criminali 32 miliardi di dollari ogni anno (dati Unodc).

Soluzioni e contromisure esistono e vengono messe in atto già da anni a livello globale da organizzazioni istituzionali e associazioni, come Talitha Kum, la Rete Internazionale della Vita Consacrata contro la tratta di persone. Le grandi sfide del presente, secondo Suor Gabriella Bottani, presidente della Rete e intervenuta all'incontro, sono la prevenzione delle partenze nei paesi di origine degli immigrati offrendo loro alternative reali e, nei luoghi di destinazione, spesso i paesi civilizzati, la riduzione della domanda dei prodotti figli dello sfruttamento e la (ri)educazione della cittadinanza alla lotta contro questi fenomeni.

Quella di Blessing è solo una delle tante storie di sfruttamento, ma anche di riscatto sociale.          

ANDREA SENIGA 16 ott 2017 14:42