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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 11 gen 2018 15:34

Il 75º della battaglia di Nikolajewka

Le “Penne nere” promuovono una serie di manifestazioni che coinvolgeranno la città dall’11 al 28 gennaio

C’è un legame indissolubile tra Brescia e Nikolajewka. Dal 26 gennaio 1943 le “Penne nere” sono custodi e orgogliose testimoni di una storia fatta di sacrifici sul campo e solidarietà civile. In occasione del 75° anniversario della battaglia, la sezione Ana (Associazione nazionale alpini) di Brescia ha promosso, dall’11 al 28 gennaio, una serie di manifestazioni. Il programma consultabile sul sito è ricco e articolato: tra le iniziative previste, la ricostruzione storica di un accampamento militare del Fronte russo sul terreno del Campo sportivo militare cittadino, poi mostre, esibizioni di cori alpini, caroselli di fanfare e lo spettacolo della “Russian cossack state dance company” al Teatro Grande. Sabato 27, in Cattedrale, alle 16.30, S. Messa in suffragio di tutti i caduti e dispersi, presieduta da mons. Luciano Monari, Vescovo emerito di Brescia, concelebrata dai Cappellani militari. Seguirà, a palazzo Loggia, la firma del “Patto di fratellanza” tra le Genti bresciane e il popolo russo. Il momento culminante sarà la sfilata di domenica 28. La storia che lega i reduci alla città inizia nel gennaio 1946, a pochi anni dal doloroso epilogo della Campagna di Russia. Riuniti in un’osteria di Brescia, alcuni reduci della “Tridentina” si dissero: “Perché lasciare che tutto cada nell’oblio e che tutti quei sacrifici non contino niente?” Erano determinati: i loro compagni non sarebbero stati dimenticati. E così avvenne.

Nel 1948, a Brescia, vennero conferite Medaglie d’oro alle Bandiere del 5°, del 6° Reggimento alpini e allo stendardo del 2° Reggimento artiglieria alpina. Nel 1951, il gen. Reverberi fu insignito della Medaglia d’Oro: con l’eroe di Nikolajewka, a Brescia, altri 78 reduci vennero decorati con medaglie d’argento, bronzo e croci al merito. Nel 1983, per il 40°, il presidente della sezione di Brescia, Ferruccio Panazza, pensò che i monumenti fossero importanti, ma che un monumento “vivente” avrebbe assunto un significato ben più “pesante”. Ecco allora sorgere la “Scuola Nikolajewka” che oggi ospita 120 persone con disabilità. Nel 1993, per il 50° anniversario, i reduci dell’Armata Rossa vennero a Brescia per stringere la mano ai nemici di un tempo, davanti ai resti dei caduti. Nello stesso anno, Panazza è stato l’anima della realizzazione dell’asilo di Rossosch, in Russia, dove sorgeva il Comando del Corpo d’armata alpino. Poche settimane fa è stata posata la prima pietra della “Nuova Nikolajewka”, una struttura che, accanto all’attuale, ne raddoppia le volumetrie, adeguando gli standard e i servizi alle esigenze più avanzate. Negli anni molte cose sono cambiate, ma il ricordo di Nikolajewka è rimasta un’eredità viva e concreta.

ROMANO GUATTA CALDINI 11 gen 2018 15:34