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di MASSIMO VENTURELLI 30 nov 2017 12:35

La Buona Notizia è tutta nuova

Con l’Avvento il restyling del rotocalco televisivo nato nel 1987

Nel 2010 aveva festeggiato il traguardo delle 1.000 puntate; sette anni dopo, arrivata a quota 1360, “La Buona Notizia”, il rotocalco settimanale prodotto dal Centro per la comunicazioni sociali “Giulio Sanguineti” è stato sottoposto a un importante lavoro di restyling. L’anima della produzione televisiva è ancora quella che nel maggio del 1987 spinsero don Eridano Torri e Fulvio Manzoni, due figure strappate anzitempo al panorama dell’informazione locale, a pensare un prodotto che sapesse dare il giusto risalto alle tante buone notizie, molte ecclesiali, sistematicamente estromesse dai circuiti informativi. Oggi, forse più di allora, c’è ancora bisogno e spazio di una “finestra” di questo tipo, per raccontare un mondo fatto non soltanto di scandali, di cronaca nera, di polemiche. Questo racconto, oggi più che mai, ha bisogno di una veste capace di catturare l’attenzione dei telespettatori.

Di qui la scelta di procedere a una revisione grafica della trasmissione che settimanalmente viene trasmessa sulle principali emittenti bresciane. Ma in quest’opera di restyling “La Buona Notizia” non ha mancato di guardare anche al mondo dei social. Ogni puntata, a partire da quella numero 1360 andata in onda il 26 novembre scorso, è pubblicata in modo integrale sul canale YouTube de “La Voce del Popolo”, che cura la parte redazionale della trasmissione. A breve dovrebbe esserlo anche sul sito della Diocesi. Lo sforzo del rinnovamento grafico si vede sin dalla sigla di apertura. Grazie all’utilizzo di un drone vengono proposte immagini dall’alto della Cattedrale di Brescia, quasi una sorta di “dichiarazione d’intenti” su ciò che “La Buona Notizia” intende proporre: un’informazione “buona”, capace di ritagliarsi uno spazio tutto suo in un panorama che, invece, privilegia altro, convinto che siano altre le notizie che interessano o conquistano l’audience… La grafica moderna, in cui compaiono parole chiave, è stata adattata, con un perfetto lavoro di sartoria, a un impianto complessivo che, nonostante gli anni, ancora funziona: a partire dall’apertura con la presentazione del Vangelo della settimana, buona notizia per eccellenza. E poi, ancora, servizi giornalistici su avvenimenti di interesse diocesano, le “quattro parole” per presentare realtà, eventi e i principali momenti della vita della Chiesa bresciana. Il tutto realizzato con la ricerca della massima professionalità, perché come ricordava don Adriano Bianchi, che firma anche “La Buona Notizia” in occasione della puntata numero 1.000: “Serve un di più che solo la fede e la passione nel proprio lavoro possono dare.
Bisogna essere bravi per fare sì che queste notizie tocchino il cuore e l’intelligenza della gente, senza apparire stucchevoli, ricche di sentimenti, ma prive di sostanza”.

MASSIMO VENTURELLI 30 nov 2017 12:35