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Brescia
di MASSIMO VENTURELLI 03 nov 2016 07:51

Orlando: quella pena che recupera

Intensa giornata bresciana per il ministro della Giustizia che, invitato dalla Fondazione Casa della Memoria e da altre realtà, ha preso parte a una riflessione a più livelli sul senso e sul significato dell'esecuzione penale

Intensa giornata bresciana per il ministro della Giustizia Andrea Orlando, invitato in città per confrontarsi con due temi strettamente legati l'uno all'altro: quello dell'efficacia e del senso dell'esecuzione penale e l'altro, non meno urgente, delle risposte che in tema di "macchina della giustizia" Brescia attende da anni.

Sul secondo tema, per altro non previsto da chi, a partire dalla Fondazione Casa della Memoria, ha invitato il Guardasigilli a Brescia, Orlando ha assicurato che entro la fine dell'anno, dopo la necessaria approvazione del Csm, arriveranno i magistrati necessari a colmare i vuoti che stanno pesantemente limitando l'attività del palazzo di giustizia cittadino, che occupa l'ultimo posto a livello nazionale nel rapporto tra abitanti e numero di cancellieri. Il ministro Orlando non si è sottratto nemmeno sulle richieste che da tempo arrivano dalle istituzioni bresicane per la costruzione di un nuovo carcere finalmente all'altezza della funzione sociale della pena. Tra l'avvio del bando di gara e l'espletamento di tutta la burocrazia necessaria Andrea Orlando ha ipotizzato una data per l'avvio del cantiere: il 2018.

Momento centrale della giornata, per il tema affrontato e per il pubblico per il quale era stato pensato, è stato però l'incontro andato in scena in mattinata al San Barnaba, con gli studenti degli istituti superiori della città. La Fondazione Casa della Memoria, a partire dall'esperienza di incontro tra vittime e responsabili della lotta armata che è poi sfociata ne "Il libro dell'incontro", ha promosso l'incontro "Giustizia, pena e relazione" con l'intento, come aveva sottolineato in sede di presentazione dell'iniziativa Manlio Milani, di favorire una riflessione sul senso della pena oggi e sul suo valore sociale. Il ministro della giustizia si è confrontato con l'ex magistrato Gherardo Colombo e con Adolfo Cerretti e  Claudia Mazzuccato, curatori de "Il libro dell'incontro". In una stagione segnata da populismo giudiziario sia il Guardasigilli che uno dei protagonismi del pool di Mani pulite hanno richiamato la necessità di andare oltre la semplice funzione punitiva dell'esecuzione penale. "Con questa impostazione - ha ricordato il ministro Orlando - siamo abbiamo un livello di recidiva che è il più alto d'Europa. Il tempo trascorso in carcere, dunque, diventa una sorta di parentesi tra le attività criminose". Di qui la necessità di dare al tempo dell'esecuzione della pena un altro senso, un altro significato. Come? Proponendo, magari la strada dela giustizia riparativa anche in Italia. In questa prospettiva, come è emerso anche dalle testimonianza che di Maria Grazia Grena, con un passato nel terrorismo rosso, e di Giorgio Bazzega, figlio di una delle vittime dell'azione terroristica. È stato Gherardo Colombo, che dedica gran parte del suo tempo ad incontrare il mondo della scuola su questi temi e per l'educazione alla giustizia, ha ricordare come in Italia il 70% di chi vive l'esperienza del carcere è destinato ad incappare ancora nelle maglie della giustizia, avvallando di fatto l'idea che la detenzione, nonostante la dedizione di chi, per lavoro o per scelta personale, si impegna per trasformare la pena in esperienza di riscatto sociale, sia alla fine una "scuola del crimine". "Dobbiamo fare in modo - ha ricordato - che chi sconta una pena sia aiutato a prendere coscienza dell'errore commesso, magari anche nell'incontro con la sua vittima, per un serio cammino di riscatto".

Dopo un omaggio alla stele che in piazza Loggia ricorda le vittime  dell'attentato del 28 maggio 1974 e un incontro con i nuovi vertici dell'Università di Brescia, nel pomeriggio il ministro Orlando ha presop parte all'incontro promosso alla facoltà di Giurisprudenza dalla Camera penale della Lombardia Orientale "Dopo gli Stati generali dell'esecuzione penale: risultati e positivi" nel corso del quale si è confrontato con Alfredo Bazoli, membro della commissione Giustizia della Camera dei deputati, Santi Consolo, capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, Eustacchio Porreca, presidente della Camera Penale della Lombardia Orientale, e con Carlo Alberto Romano, presidente dell'associazione "Carcere e territorio" sugli effetti della riflessione sul senso della pena a pochi mesi da quel momento di riflessione generale che nell'aprile scorso, era stato voluto dallo stesso Guardasigilli.

La giornata dedicata alla riflessione sull'esecuzione penale si è conclusa al teatro Sociale con la rappresentazione del musical "Figliol prodigo" realizzato per il Giubileo del carcerato dai detenuti di alta sicurezza della casa di reclusione di Opera Milano, frutto di un laboratorio, che dura ormai da anni, che riesce a rispondere alla domanda di senso e alla funzione sociale della pena.

MASSIMO VENTURELLI 03 nov 2016 07:51