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Brescia
08 gen 2015 00:00

Don Bosetti: dono che deve brillare

Il commento al Te Deum di don Ezio Bosetti

“L’anno nuovo che iniziamo è un’opportunità”: con queste parole si chiude l’omelia di fine anno del nostro Vescovo mons. Luciano. Dopo aver ringraziato il Signore per tutto ciò che nel 2014 ci ha donato e per la benedizione che ancora una volta imprime sul nostro volto, così da farlo risplendere, si è soffermato sul filo conduttore che ha segnato l’anno appena trascorso: la famiglia. Ancora una volta tutta la comunità – e non solo cristiana – è invitata a riflettere su una scelta fondamentale, potremmo quasi dire “di vita o di morte”.

Nella Lettera agli sposi e alle famiglie ancora il nostro Vescovo ci ricorda che “… Secondo i più accreditati ricercatori in campo demografico, il popolo italiano come tale, probabilmente tenderà a scomparire dopo il 2050; tuttavia, potrà continuare ad essere vero che ci saranno i vostri figli e i vostri nipoti”. E’ necessario uscire da un individualismo anarchico del “facciamo ciò che ci piace guardando solo al nostro bene e non a quello della società” e arrivare all’individuo che sa cogliere il vero valore della libertà, che ha portato l’uomo dalle caverne alla casa, cambiamento importante per lui, per la sua famiglia ma anche per gli altri, capace di porsi le grandi domande della vita - dalla vita alla morte, alla gioia, alla sofferenza, ecc. – e trovare la risposta nell’Altro, Signore di ogni cosa.

Innamorati della Bellezza. Alla famiglia naturale messa oggi in discussione è chiesto ancora di far brillare di più il volto, del manifestare con forza il dono ricevuto. Papa Francesco nell’incontro con l’associazione delle famiglie numerose ha ricordato:” La grande famiglia umana è come una foresta, dove gli alberi buoni portano solidarietà, comunione, fiducia, sostegno, sicurezza, sobrietà felice, amicizia”. (28 dicembre 2014). Essere quindi alberi buoni!

Oggi alla famiglia è chiesto di mettersi in gioco, di guardare alla Famiglia di Nazareth. Chi l’ha incontrata non poteva non parlarne. Questa non nascondeva che la strada da percorrere era … in salita! Per gustare la bellezza del vivere insieme, del sentirsi coppia che genera vita, che la ama, bisogna passare attraverso la Croce. Non è la strada nel comodo (quando ci stanchiamo ci lasciamo o proviamo altri modi di piacere …) ma della fedeltà.
Il Papa emerito Benedetto XVI nella festa delle testimonianze (Milano 2 giugno 2012 - VII° giornata mondiale per le famiglie) ai due giovani fidanzati del Madagascar che chiedono di spiegare la parola che “ci attrae e allo stesso tempo ci spaventa: il «per sempre», così rispondeva:”[…] Nel Rito del Matrimonio, la Chiesa non dice: «Sei innamorato?», ma «Vuoi», «Sei deciso». Cioè: l’innamoramento deve divenire vero amore coinvolgendo la volontà e la ragione in un cammino, che è quello del fidanzamento, di purificazione, di più grande profondità, così che realmente tutto l’uomo, con tutte le sue capacità, con il discernimento della ragione, la forza di volontà, dice: «Sì, questa è la mia vita».

Ancora: il nostra Vescovo afferma che lo stato laico può dare spazio a tutti, certo se vuol morire … ma noi cristiani, gli uomini di buona volontà che amano la famiglia e ci vivono nella famiglia non possono nascondersi dietro a questo fatto. Come, nonostante tante difficoltà, ribadiamo il valore della vita, dalla nascita alla morte, così diciamo che la famiglia, formata da uomo e donna è l’unica capace di offrire futuro nella società.

A questo proposito vorrei ringraziare chi si sta prodigando, anche nel silenzio, per offrire una testimonianza nell’affermare il valore della famiglia: penso alle Sentinelle in piedi, ai vari Movimenti e Associazioni a favore della stessa. Non perdiamoci d’animo: nella riflessione di questo anno che porterà al Sinodo sulla famiglia chiediamo luce allo Spirito Santo perché ci illumini e ci rafforzi.

Concludo con questi richiami di S. Giovanni Paolo II contenuti nella Lettera alle famiglie (1994):” Nessuna società umana può correre il rischio del permissivismo in questioni di fondo concernenti l'essenza del matrimonio e della famiglia! Un simile permissivismo morale non può che recar danno alle autentiche esigenze della pace e della comunione fra gli uomini. Si comprende così perché la Chiesa difende con forza l'identità della famiglia e stimola le istituzioni competenti, specialmente i responsabili della politica, come pure le Organizzazioni internazionali, a non cedere alla tentazione di un'apparente e falsa modernità.

Come comunità di amore e di vita, la famiglia è una realtà sociale saldamente radicata e, in modo tutto proprio, una società sovrana, anche se condizionata sotto vari aspetti. L'affermazione della sovranità dell'istituzione-famiglia e la constatazione dei suoi molteplici condizionamenti inducono a parlare dei diritti della famiglia”.
08 gen 2015 00:00