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Brescia
di MARIO RICCI 18 mar 2015 00:00

Merighetti di ferro: Sono pronta a ripartire

L'intervista a Daniela Merighetti: la discesista bresciana, ora alle prese con l'ennesimo infortunio, si racconta tra sogni, speranze e un pizzico di vita privata

Due infortuni – gli ennesimi di una lunga serie – nel giro di poche settimane. Ci vuole ben altro per fermare Daniela (Dada) Merighetti, che proprio dalle situazioni difficili tira fuori tutta la grinta e cocciutaggine bresciana per ripartire più forte che mai. La rottura di mandibola e denti a inizio 2015, il ritorno con l’ottavo posto al Mondiale e il gradino più basso del podio in Coppa del Mondo a Cortina. Lo scorso 6 marzo la rottura del perone e tanti saluti al finale di stagione. Con gli infortuni ci ha fatto il callo (vedi tibia sinistra nel 1996, legamenti nel ’98, 2001 e 2003). Piangersi addosso? Quando mai. Il tempo di finire sotto i ferri, farsi dare due stampelle e per la discesista bresciana la vita ha ripreso ad essere la stessa (o quasi). Classe 1981, Dada esce, sorride, frequenta le serate bresciane e ci scherza snobbando la malasorte. Tre mesi di stop per poi riprendere a preparare da luglio la nuova stagione. A giugno il primo step con la rimozione della piastra impiantata e la ripresa a camminare senza le stampelle.

Non avevi detto, lo scorso anno, che sarebbe stato l’ultimo in attività?

"E’ da tre anni che dico: questo sarà l’ultimo. Alla fine non ce la faccio. E poi non voglio terminare la carriera così. Vorrei dimostrare che ho ancora molto da dire. Penso già alla Coppa del Mondo visto che non ci saranno ne Mondiali ne Olimpiadi. Punto ad arrivare tra le prime sette."

Ripercorrendo la tua carriera sportiva, quale è il tuo maggior rimpianto?

"Risale a sette anni fa. Mi spiace non aver tenuto il Gigante ma ho dovuto fare una scelta, forzata dalla Federazione."

Lo sci azzurro femminile, da diversi anni, è a forti tinte bresciane: da Merighetti alle sorelle Fanchini. Le malelingue in passato hanno provato a spargere un po’ di pepe in maniera del tutto gratuita. Quando, invece, non c’è nemmeno la classica “rivalità sportiva” tra di voi.

"Nessuna rivalità o invidia. Abbiamo un rapporto bellissimo, ci sosteniamo a vicenda. Fino a poco tempo fa io ed Elena (Fanchini, ndr) dormivamo in camera assieme durante i raduni e le competizioni con la nazionale. Anche a Cortina quando Elena ha vinto abbiamo festeggiato alla grande. E poi condividiamo gli stessi allenatori."

Come vivi la tua brescianità?

"Tre anni fa ho deciso di comprare casa. Brescia mi piace molto, è una città a misura di uomo. Purtroppo è carente di strutture sportive, ma per il resto si vive bene. Abito ai piedi del monte a Capriano, perfetto per allenarmi immerso nel verde e per vivere, essendo vicino alle zone centrali. In più ho scelto di allenarmi e vestire i colori della Millenium Sport & Fitness, prestigiosa palestra e società sportiva made in Brescia."

Hai un ultimo sogno nel cassetto che vorresti realizzare?

"Diventare maestra di sci. Con i bambini, però. Gli atleti di alto livello sono difficili da gestire."
MARIO RICCI 18 mar 2015 00:00