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Brescia
23 giu 2017 11:48

La nuova vita di Elisa

Elisa Mele, 21 anni, lascia il Brescia femminile e il calcio. Ad agosto parte un mese in missione per il Mozambico con altri coetanei. "Prima di tutto andrò per essere aiutata e per ricevere tanto bene. Donando si riceve e sono sicura che riceverò tantissimo". Da settembre invece intraprende un percorso di studi e le tempistiche non saranno più compatibili con partite ed allenamenti

Il Brescia CF ha comunicato che la calciatrice Elisa Mele ha deciso di ritirarsi dal calcio giocato all’età di ventuno anni. La giovane centrocampista classe ’96 lascia così la maglia biancoblu dopo undici stagioni tra Settore Giovanile e prima squadra dove è diventata protagonista nella stagione 2015/16 risultando decisiva con le sue giocate e le sue reti per la conquista del secondo scudetto nella storia del Brescia e della terza Coppa Italia biancoblu, con esordio da titolare in Champions League nella gara di andata dei quarti di finale contro il Wolfsburg. In totale sono quarantaquattro le presenze collezionate con il Brescia ed otto le reti segnate, l’esordio è datato 8 dicembre 2012 in occasione di Brescia-Mozzecane terminata 4-1 quando subentrò nei minuti finali al posto di Sabatino; l'albo d’oro conta uno scudetto, una Coppa Italia e due Supercoppe Italiane, venendo anche convocata in Nazionale maggiore dal ct Cabrini in occasione della gara di qualificazione europea contro la Georgia per poi fare il proprio esordio in azzurro nel corso del Torneo di Manaus lo scorso dicembre collezionando tre presenze.

Ecco la lettera di saluto di Elisa

Appesa in camera ho la foto della mia prima squadra di calcio: anno 2002. Avevo 6 anni. Giocavo nel mio oratorio, Santa Maria della Vittoria, di cui sono particolarmente orgogliosa. Man mano scorro tra le varie foto appese ne vedo altre.

Anno 2007, Brescia Calcio Femminile, primo anno da piccola leonessa. In realtà l’anno prima avevo partecipato ad un Porte Aperte e avrei dovuto iniziare all’età di dieci anni ma, per motivi di lavoro dei miei genitori e per la distanza del campo, non avevo potuto cominciare. Il Brescia è stata la mia famiglia da quando avevo dieci anni. Dalle Pulcine alla Serie A, dalla maglia dell’oratorio alla maglia azzurra della nazionale. Quante partite con quella maglia indosso, quante vittorie, quanti pianti, quanta passione ed entusiasmo.

Se sono la ragazza che sono adesso è anche grazie al calcio perché, infondo, è lo specchio perfetto della vita di ogni giorno. Gioie, tristezze, salite, vittorie, sconfitte, sacrifici, allenamenti, ma tutto sempre con entusiasmo e soprattutto con tanta umiltà. Ho sempre sognato di arrivare dove sono arrivata ora e probabilmente anche più in alto.

Poi, però, capita che i tanti progetti che avevi in testa iniziano ad essere sormontati da qualcosa di diverso. Si potrebbe dire “la vita prende il sopravvento” ma preferisco utilizzare altri termini. Più che questo preferisco dire che ad un tratto si prende in mano la vita, ci si guarda allo specchio e ci si dice: “Che cosa voglio fare, o meglio, chi voglio essere?” e la mia sempre sicura risposta “voglio fare ed essere una calciatrice” ha iniziato a lasciare il posto a “voglio essere voce di chi non ha voce, aiuto per gli altri…voglio essere chi mi dice il cuore”.

Si sa, al cuor non si comanda e quando un cuore inizia a suggerirti ed invitarti a qualcosa di bello allora si è pronti anche a fare ‘pazzie’. Sono consapevole di avere lasciato tanto, ma allo stesso tempo sono convinta che tanto troverò.

Fare delle scelte comporta sempre dire no a qualcosa e sì ad altro… e io sono felice di aver fatto questa scelta nonostante tutte le paure e i mille dubbi che la accompagnano. Mi è costato tanto dire no al calcio, ci ho pensato e ripensato, ma sento che quello che intraprenderò è quello che voglio davvero fare.

Ad agosto partirò un mese per il Mozambico, in Africa, e andrò in missione con altri ragazzi miei coetanei. Sarei egoista e poco credibile anche con me stessa a dire che partirò solo per aiutare e per fare del bene perché, sono convita, che prima di tutto andrò per essere aiutata e per ricevere tanto bene. Donando si riceve e sono sicura che riceverò tantissimo. Da settembre invece intraprenderò un percorso di studi e le tempistiche non saranno più compatibili con partite ed allenamenti.

Lascio il calcio perché mi sono resa conto di voler mettere la mia vita e, quindi, anche questo talento a disposizione degli altri. Il calcio sarà sicuramente uno strumento che utilizzerò in tante occasioni come aggregazione, educazione, gioco. Lascio il calcio giocato, non il calcio in tutto e per tutto.

Voglio ringraziare tutti, da mio papà che è stato il mio primo allenatore a chi ci portava l’acqua al campo d’allenamento con il Brescia, da chi mi ha accompagnato alla mia prima partita di calcio a sei anni a chi mi ha sostenuta quando la decisione di smettere si faceva sempre più vicina.

Grazie a tutta la società per questi undici anni, grazie a tutto lo staff e grazie alle mie compagne di squadra. Porterò sempre tutti nel cuore, ovunque sarò.

Ho letto una frase che mi piace particolarmente e che faccio mia: “Intraprendere un nuovo cammino spaventa, ma dopo ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto di come era pericoloso rimanere fermi”.

23 giu 2017 11:48