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Brescia
di MASSIMO VENTURELLI 09 mar 2017 08:26

Migrazioni e accoglienza: Brescia c'è

Oggi due importanti appuntamenti: in Cattolica la presentazione del volume “Il capitale umano dei migranti tra sviluppo e cura” curato dall’Istituto di studi politici “S. Pio V”, e al Centro pastorale Paolo VI il seminario “Il sistema di protezione dei richiedenti asilo e le sfide dell’accoglienza” organizzato dal Coordinamento provinciale dei progetti Sprar della provincia di Brescia

“Il capitale umano dei migranti tra sviluppo e cura” è il titolo del volume curato dall’Istituto di studi politici “S. Pio V” che viene presentato nel corso dell’incontro “Migrazioni qualificate in entrata e in uscita” che si tiene oggi dalle 14.30 alle 17.30 nella sala Chizzolini dell’Università cattolica di via Trieste. Il volume presenta una rassegna di studi condotti sulle migrazioni qualificate  che affiancano ai dati numerosi spunti di riflessione sui fattori strutturali che condizionano le prospettive future (istruzione, ricerca e sviluppo), tenendo conto dei flussi  sia in uscita che in entrata, in cui sono sempre più protagonisti giovani ed adulti con un alto grado di istruzione.  Interessante è inoltre la riflessione sulle linee di intervento strutturali in grado di favorire un bilanciamento tra entrate ed uscite, aldilà degli incentivi finora attuati per favorire i ritorni. La presentazione del volume rappresenta un’occasione per mettere a tema con esperti italiani ed internazionali la questione della gestione dei flussi migratori, con particolare attenzione al fenomeno delle migrazioni “qualificate” in entrata ed in uscita nei Paesi europei ed in Italia. Il contesto italiano rappresenta un’importante spunto di riflessione: secondo l’Istat, nel 2015 sono rimpatriati 30.052 italiani, mentre 102.259 connazionali hanno spostato la propria residenza all’estero. Questo andamento ci riporta circa 40 anni indietro. Nel 1974 gli espatri, che nel Dopoguerra arrivarono a superare annualmente le 200/300 mila unità, scesero a poco più di centomila.

Successivamente questo livello è stato superato solo due volte: nel 2004 e nel 2015, quando la metà degli espatriati risulta costituita da molti laureati e diplomati. L’emergere di consistenti migrazioni qualificate “in uscita” evidenzia un sentimento di insoddisfazione occupazionale che si traduce nel tentativo di cercare maggior fortuna all’estero. Se da un lato è vero che la “fuga di cervelli” ha dato origine ad un esodo massiccio di persone con profili professionali altamente qualificati ed ha dunque causato un depauperamento di molti paesi, tra i quali l’Italia, è pur vero che in Europa esiste ancora la necessità di valorizzare l’entrata di migranti, spesso molto qualificati, che, tuttavia, per problemi burocratici di riconoscimento dei propri titoli di studio o per via di un mercato del lavoro ancora troppo “etnicizzato” non riescono ad occupare le fasce “qualificate” del mercato di lavoro. All’incontro prendono parte Mariagrazia Santagati, docente di Sociologia delle politiche formative della Cattolica; Gianfranco Valenti, collaboratore Dossier Statistico sulle migrazioni – Idos, ed Erika Masanet Ripoll, sociologa delle migrazioni, presso la Facoltà di Scienze sociali, dell’Universidad de Valencia. Temi simili, e per certi versi complementari, vengono affrontati in contemporanea nel corso del seminario “Il sistema di protezione dei richiedenti asilo e le sfide dell’accoglienza” organizzato dalle 14.30 al Centro pastorale Paolo VI, in via Gezio Calini, dal Coordinamento provinciale dei progetti Sprar della provincia di Brescia, il collaborazione con tutti i Comuni bresciani che partecipano a progetti di accoglienza Sprar, con la Comunità montana di Valle Trompia e con il “Tavolo asilo” del Forum del Terzo settore di Brescia.

Il seminario è occasione per presentare il rapporto sulla protezione internazionale in Italia per il 2016. Dopo il saluti introduttivi del prefetto Valerio Valentidi Marco Fenaroli, per il Comune di Brescia, e di Diego Peli per la Provincia, la giornata prosegue con l’intervento di Maria Silvia Oliveri, del servizio centrale dello Sprar (“Le prospettive del sistema di accoglienza italiano”), di Chiara Marchetti, docente di Sociologia delle relazioni interculturali all’Università degli studi di Milano (“I sistemi di accoglienza per richiedenti asilo e titolari in Italai”), di Marco Zanetta, della cooperativa K-Pax, e Agostino Zanotti, dell’associazione Adl a Zavidovici (“Il sistema Sprar in provincia di Brescia: analisi ed evoluzione”) e di Alberto Mossini, presidente dell’associazione Piam, Sprar di Asti (“Proposte ed esempi di accoglienza innovativa). Due appuntamenti, purtroppo in contemporanea, che esprimono l’attenzione che Brescia, al di là di polemiche e strumentalizzazione, dedica al tema delle migrazioni e dell’accoglienza di profughi e richiedenti asilo, un’attenzione che va nell’ottica di quel processo di comprensione e di approfondimento che dovrebbe interessare ogni comunità auspicato dallo scalabriniano padre Fabio Baggio, sottosegretario del nuovo dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale creato da papa Francesco con un motu proprio nell’agosto dello scorso anno, nel corso di un’intervista concessa a “Voce” in occasione di un suo recente passaggio da Brescia. Interpellato sui disagi che molte comunità manifestano quando viene chiesto loro di aprirsi all’accoglienza, il collaboratore del Papa per le questione dei profughi e dei migranti, aveva risposto che erano il frutto, per certi versi comprensibile, di improvvisazione e della mancanza di un’adeguata preparazione.

MASSIMO VENTURELLI 09 mar 2017 08:26