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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 20 ott 2017 13:25

Accoglienza diffusa e maggiori controlli

Un nuovo bando per i richiedenti protezione internazionale e il focus sulla situazione nel Bresciano.Il Prefetto Vardè: “I centri Sprar sono la forma ordinaria per realizzare l’accoglienza in Italia”

Calmo, pacato nei modi e fermo nelle idee su come affrontare le criticità, il prefetto Annunziato Vardè, nonostante il suo insediamento sia relativamente recente, è già un profondo conoscitore delle dinamiche del territorio bresciano. Il 27 settembre scorso era il termine ultimo per presentare la domanda di partecipazione al nuovo bando di gara volto alla conclusione di un accordo quadro per l’affidamento del servizio di temporanea accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale nella provincia di Brescia. Un sistema di accoglienza diffusa attraverso il sistema Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo a rifugiati) e controlli più stringenti sugli enti gestori sono i temi predominanti della linea intrapresa dall’uomo chiamato alla guida della Prefettura.

 “Oggi abbiamo in totale 3.115 richiedenti asilo, di questi 2.835 ospitati nelle strutture che gestiamo direttamente, nei centri temporanei, quelli che suppliscono alla carenza degli Sprar” ha esordito il Prefetto fornendo una fotografia della situazione nel Bresciano. “L’accoglienza – ha sottolineato – dovrebbe concretizzarsi nei centri Sprar che attualmente sono pochissimi, 280 a fronte di una proporzione 10 volte superiore. Questo spiega anche lo sforzo del Governo, per incentivare la realizzazione di queste realtà, evidenziato con la possibilità di presentare in qualsiasi momento un progetto da parte dei Comuni, mentre prima bisognava aspettare la pubblicazione di un apposito bando”.

Con questo accordo Anci-Ministero dell’Interno si “prevede l’accoglienza diffusa, coinvolgendo tutti i Comuni, attraverso la realizzazione dei centri Sprar”. L’impegno “che stiamo profondendo è finalizzato all’attuazione di questo accordo che prevede la cosiddetta clausola di salvaguardia, un altro incentivo, un altro sprone, per invitare gli amministratori a realizzare i centri. Coloro i quali aderiscono per un numero di posti uguali alla quota prevista ha la possibilità di chiedere che nel proprio territorio non siano allestiti centri temporanei da parte della Prefettura. I centri Sprar sono la forma ordinaria per realizzare l’accoglienza in Italia”. Nel Bresciano, oggi, “120 Comuni accolgono richiedenti asilo, il loro numero è notevolmente aumentato rispetto a qualche mese fa”. Nel nuovo bando il numero dei posti, richiesti dal Ministero dell’Interno a seguito dell’accordo con l’Anci, “che noi dobbiamo rendere disponibili, in prospettiva, sono 3.624, compresi quelli del sistema Sprar”. Per cui il bando “è stato formulato per reperire 3.344 posti, destinati a cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, avendo sottratto quelli già disponibili attraverso i centri Sprar”.

Sono, inoltre, previste verifiche più stringenti: “Abbiamo notevolmente intensificato i controlli sulle strutture per verificare il rispetto delle convenzioni stipulate con gli enti gestori. In primo piano abbiamo posto la necessità di riscontrare che l’accoglienza sia assicurata in modo regolare”. Per tale motivo “è stata costituita una ‘task force’ che comprende le tre forze territoriali di polizia, Vigili del Fuoco, Asl e Ispettorato provinciale del lavoro: tutti i soggetti interessati. I sopralluoghi sono in atto al ritmo di due giornate settimanali, con più sopralluoghi in un giorno”.

Fra gli esempi virtuosi il Prefetto cita quanto attuato dall’Asilo notturno Pampuri Fatebenefratelli: “Venerdì scorso abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa insieme al Comune per l’impiego degli ospiti in lavori di pubblica utilità. È stata data pubblicità a questo protocollo perché lo consideriamo una ‘best practice’. Non bisogna dimenticare, però, che in provincia ci sono molti altri esempi, realtà che impegnano i richiedenti asilo in attività socialmente utili”.

Le sue aspettative? “Auspico che le domande pervenute siano sufficienti a coprire il fabbisogno considerato nel bando di gara ma soprattutto mi aspetto che le domande siano pienamente rispondenti ai servizi da assicurare perché è molto importante la professionalità nella gestione degli stessi che non possono limitarsi alla fornitura di vitto e alloggio ma prevedono tanti altri impegni che occorre siano attuati con la giusta competenza”.

ROMANO GUATTA CALDINI 20 ott 2017 13:25