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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 30 gen 2015 00:00

Tav Brescia-Verona: Regione e Loggia trovano accordo. Il Governo glissa

Regione Lombardia ha licenziato il proprio parere al progetto definitivo della linea ad alta velocità Brescia-Verona. Le reazioni della Loggia

A quanto pare, sulla questione della tratta ad alta velocità Brescia-Verona, attualmente in discussione, Regione Lombardia e Loggia sembrano aver trovato la quadra. Gran parte delle criticità del progetto sottolineate dal Comune di Brescia sono state percepite positivamente dal Pirellone, con le dovute condizioni, con una delibera del 23 gennaio scorso. Il progetto era infatti datato e non rispondeva più alle esigenze del territorio, sia da un punto di vista trasportistico che infrastrutturale (Vedasi question time Realacci al quale però, a quanto pare, il Governo sembra non aver risposto in maniera esaustiva). Di come sia stato accolto il via libera al progetto da parte della Regione e di quali saranno le prossime fasi ne abbiamo parlato con Federico Manzoni, Assessore con delega alle politiche della Mobilità del Comune di Brescia.

Qual è il suo commento a fronte della delibera regionale riguardante l’alta velocità nella tratta Brescia-Verona?
Dopo diversi mesi d’attesa Regione Lombardia ha finalmente rilasciato il suo parere su questo importante progetto, esprimendo riflessioni che sia dal punto di vista del metodo, sia dal punto di vista del merito, ci vedono particolarmente consonanti. Dal punto di vista del metodo, innanzitutto, Regione Lombardia ha posto l’attenzione rispetto all’esigenza che il progetto deve rispondere a un’efficienza complessiva dal punto di vista trasportistico, quindi la necessità che l’attuale documentazione per larghi versi carente e lacunosa, sia oggetto di un approfondimento sul piano dell’efficienza trasportistica. Il secondo aspetto, più di merito, attiene al fatto che quest’opera debba essere, nell’ambito della programmazione nazionale, anche un’opportunità per il territorio locale. Chiediamo quindi che a quest’opera si accompagnino alcuni importanti investimenti sul nodo della stazione di Brescia, oggi oggetto di un investimento per quanto riguarda la Treviglio-Brescia in fase di realizzazione: i nuovi binari in arrivo da ovest, il nuovo sottopasso ferroviario e il nuovo assetto della stazione. Un’opera che però rischierebbe di essere monca, stando all’attuale progetto, senza alcun tipo di investimento né per l’uscita est, né per l’uscita sud. Invece, in merito, Regione Lombardia prevede importanti investimenti che vanno a corredo. Salutiamo quindi con favore questa delibera e rilanciamo la necessità che, a questo punto, a fronte di questa presa di posizione, il Ministero delle infrastrutture trasporti e rete ferroviaria italiana mettano mano a un serio e condiviso ridisegno e approfondimento di quello che è il substrato di tutto il progetto: il modello d’esercizio, l’offerta trasportistica e la possibilità di far sì che un investimento importante, 3.9 miliardi di euro, non sia un mero transito nel territorio bresciano, ma sia un’opportunità davvero forte per una provincia popolosa e ricca come la nostra.

Quali sono le maggiori criticità sollevate dalla Loggia percepite dalla Regione?
Avevamo evidenziato che c’erano dei dati di traffico assolutamente inattendibili, per esempio, sul passaggio a sud di Brescia, il famoso shunt: 117 treni merce al giorno. Regione Lombardia, esattamente come la Loggia aveva sottolineato, esclude la possibilità che i treni merce viaggino sulla rete ad alta velocità: giudica irrealistico, inattendibile questo dato. Il secondo elemento che pure Regione Lombardia ha evidenziato riguarda la definizione di alcuni dati oggi assenti: i tempi di percorrenza, le fermate, in generale, una prefigurazione di quello che sarà il servizio ferroviario una volta completato questo investimento. Inoltre, come avevamo richiesto, Regione Lombardia individua nel raddoppio della Brescia-San Zeno, quindi in un potenziamento dell’uscita a sud della stazione, e nel quadruplicamento dell’uscita a est in direzione Verona, investimenti infrastrutturali strettamente connessi a quelli dell’opera, da realizzarsi. Questo è il riconoscimento della centralità del nodo della stazione di Brescia. Da qui la necessità che vengano effettuati investimenti coerenti per il futuro: una risposta positiva alla domanda del traffico ferroviario.

A questo punto, quindi, Regione e Loggia, insieme, rilanciano la palla al Ministero. Quale sarà l’iter?
Il Ministero dovrebbe - e noi ci auguriamo che lo faccia, nel miglior modo possibile, nella maniera più seria dal punto di vista del metodo, ed eventualmente più partecipata nel senso della condivisione politica – avviare un profondo ripensamento del progetto depositato per le tante criticità che sono state sollevate. Sulla scorta di questo, predisporre, se non un nuovo progetto, certamente un aggiornamento dello stesso da porre di nuovo all’attenzione degli enti locali, della Regione, per l’approvazione finale da parte del Cipe.
ROMANO GUATTA CALDINI 30 gen 2015 00:00