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Pompiano
di LUCIANO ZANARDINI 11 nov 2016 09:10

Dalle famiglie passa il futuro

Don Renato Finazzi, nuovo parroco di Pompiano, Gerolanuova e Zurlengo, sabato 12 novembre fa il suo ingresso. Nel suo ministero sarà aiutato da don Giacomo Bendotti e don Pietro Manenti

Don Renato Finazzi non è preoccupato ma, piuttosto, è desideroso di iniziare il suo nuovo ministero nelle parrocchie di Pompiano, Gerolanuova e Zurlengo. Ha alle sue spalle diversi anni di servizio sacerdotale che lo aiutano a intraprendere questo nuovo cammino con entusiasmo in “una comunità molto disponibile”. Qui, poi, potrà contare sul valido sostegno di don Giacomo Bendotti (a Gerolanuova) e di don Pietro Manenti, già parroco di Pompiano dal 1990 al 2002. In buona sostanza, don Renato avrà il compito della cura della parrocchia con un’attenzione alla pastorale giovanile visto che non può contare sulla presenza di un giovane curato.

Il suo percorso. Il sacerdote originario di Palosco ha all’attivo una buona esperienza in oratorio, prima a Cividate Camuno e Malegno (1994-2000), poi a Capriolo (2000-2006) e dal 2006 a Saiano. Senza dubbio sono stati dei periodi molto differenti, nei quali ha “imparato a rapportarsi con le persone, a essere maggiormente attento agli altri e a creare relazioni. I momenti sia positivi sia negativi mi hanno aiutato ad affrontare la quotidianità sacerdotale. Certamente porto nel cuore, perché più vicini, gli ultimi anni a Saiano”. Proprio nella parrocchia del comune di Rodengo ha contribuito, non poco, a favorire il percorso dell’unità pastorale, recentemente costituita sotto il nome della Trasfigurazione (Ome, Padergnone, Saiano e Rodengo). Molto probabilmente è atteso dalla stessa sfida, forse più facile per la dimensione delle due parrocchie più piccole, anche a Pompiano: “Andrà sicuramente fatto un cammino di unità, cercheremo di imparare a fare cose diverse sulle tre parrocchie. Prima, però, devo conoscere le tre comunità. Il camminare insieme è complicato ma anche molto arricchente. Se sapremo alzare lo sguardo verso l’alto, ci ritroveremo contenti. Non bisogna forzare la mano: è fondamentale maturare il senso di unità con la testa e vedere quello che già di buono si fa insieme”.

La pastorale. Nel frattempo la priorità di don Finazzi sono le famiglie, che “vuole incontrare e mettere al centro della pastorale perché rappresentano una realtà importante”. Il suo essere sacerdote pesca molto nel vissuto di San Giovanni Bosco, il prete caro ai nostri oratori al quale si è sempre “ispirato. Come ogni giovane sono grato alla sua figura. Negli ultimi 10 anni ho avuto anche l’opportunità di riscoprire San Lodovico Pavoni (è morto a Saiano) e quello stile di saper stare con i giovani, i mezzo ai giovani e con tutti i giovani”. Non a caso, tra i suoi versetti “preferiti” del Vangelo, indica “Lasciate che i bambini vengano a me”, sì perché Gesù, anche in un mondo apparentemente distaccato, può ancora essere molto attraente per i ragazzi, che rappresentano “il futuro della società e della vita delle nostre parrocchie”. E i giovani hanno bisogno di incontrare qualcuno che trasmette loro la bellezza di vivere secondo il Vangelo.

LUCIANO ZANARDINI 11 nov 2016 09:10