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Brescia
di M. VENTURELLI 11 mar 2016 00:00

Confindustria: Bonometti rinuncia alla corsa alla presidenza

La decisione, affidata ad una lettera inviata a Roma, dopo avere preso atto che la competizione chiedeva quel "professionismo confindustriale" che non è nel suo dna

Marco Bonometti ha rinunciato. Il numero uno di Aib, preso atto dell’impossibilità di portare avanti il suo progetto anche in Confindustria ha preferito farsi da parte, lasciando spazio ai suoi competitors per la corsa alla presidenza nazionale, evidentemente più avvezzi di lui a quello che ha definito “professionismo confindustriale". Marco Bonometti ha affidato la notizia della sua rinuncia ad una lettera indirizzata al numero 30 di viale dell’Astronomia a Roma.

"Oggi – si apre la comunicazione - ho comunicato ai saggi la mia opinione in ordine al rinnovo della presidenza di Confindustria. Il mio obiettivo era e rimane il rafforzamento di Confindustria, assolutamente necessario in una fase come questa, in cui l'imprenditoria italiana è impegnata in una difficile lotta per la sopravvivenza prima, e per lo sviluppo poi”. Con la scelta di candidarsi, continua la lettera, Bonometti intendeva mettersi a servizio di una “Confindustria forte ed unita, perché la forza e la coesione sono condizioni indispensabili per confrontarsi ad armi pari con il governo, con la politica, con il sindacato”.

Nella lettera spedita a Roma il presidente di Aib ha ribadito come la sua candidatura non fosse dettata dal desiderio di occupare poltrone: “Non volevo voti di scambio, non ero disponibile a compromessi che pregiudicassero gli interessi della generalità delle imprese”.
Bonometti, però, ha dovuto prendere atto, mettendolo nero su bianco anche nella sua lettera di rinuncia, che su questo terreno non è stato possibile un confronto aperto, “complice – continua - la riforma che ha mostrato i suoi limiti. Basti pensare che tra una settimana il Consiglio generale di Confindustria ascolterà i programmi dei candidati solo dopo la consultazione dei saggi, con una illogicità che deve essere rapidamente corretta”.
I vincoli imposti ai candidati, sottolinea ancora il numero uno di via Cefalonia, hanno finito col favorire "il professionismo confindustriale", “che ha potuto lavorare indisturbato, tessendo ragnatele e scambiando consensi, come la peggiore politica da noi sempre vituperata”.

Un modo di fare, è un altro passaggio della sua lettera, che non è nel dna di Bonometti. “Tuttavia – è la conclusione della sua lettera di rinuncia alla corsa alla presidenza - credo in Confindustria e continuerò ad adoperarmi affinché questa organizzazione, che ha sempre svolto un ruolo prezioso, possa continuare a lavorare per gli imprenditori e per le imprese, con l'imprescindibile spirito di servizio, senza il quale il rischio di perdere efficacia diventa grave e insostenibile”. La promessa di un impegno e di una dedizione alla causa che già oggi suona come un pungolo, quasi una spada di Damocle, per chi vincerà la corsa alla guida di Confindustria.
M. VENTURELLI 11 mar 2016 00:00